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La separazione personale dei coniugi
La separazione può essere di tipo consensuale, quando i coniugi riescono ad addivenire ad un accordo, o di tipo giudiziale, quando le parti si rimettono alla decisione di un giudice. Con la separazione si definiscono vari aspetti legati alla vita familiare, quali l’assegnazione della casa familiare, le modalità di affido e frequentazione dei figli minori, il mantenimento per i figli ed eventualmente per il coniuge economicamente più debole e molti altri aspetti di carattere patrimoniale. La separazione può anche essere fatta attraverso lo strumento della negoziazione assistita.
Per tali ragioni, è necessario rivolgersi a legali specializzati in materia di diritto di famiglia come i professionisti dello Studio Legale Associato Moretti Mangiarotti, che trattano da oltre dieci anni cause di separazione consensuali e giudiziali.
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Quando si parla di separazione consensuale?
Ci si può separare o si può divorziare in modo consensuale se i coniugi raggiungono un accordo riguardo le condizioni relative all’affidamento dei figli e gli aspetti economici.
La formazione degli avvocati Mangiarotti e Moretti, i continui aggiornamenti e la lunga esperienza maturata negli anni nelle aule di Tribunale, portano le stesse a prediligere sempre una buona separazione consensuale. Proprio perché si ritiene che sia sempre meglio un buon accordo, frutto magari di reciproche concessioni, piuttosto che una lunga e (spesso) distruttiva separazione giudiziale, dove di fatto sarà il Giudice a decidere le sorti della famiglia. Con l’assistenza di validi professionisti potrebbe essere invece possibile arrivare a disciplinare tutti i molteplici aspetti della crisi familiare, tornando ad essere padroni della propria vita, ed evitando che sia un Tribunale a stabilire le condizioni della separazione.
È ovvio, tuttavia, che vi sono casi nei quali risulta del tutto impossibile addivenire ad una soluzione congiunta, si pensi a situazioni di violenza, o violazioni importanti di obblighi familiari, o quei casi in cui uno dei due coniugi non voglia in alcun modo accettare la volontà dell’altro di separarsi. In casi “limite” come questi, l’unica soluzione percorribile è quella di procedere con una separazione giudiziale.
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Cos’è la separazione giudiziale?
È il procedimento volto ad ottenere la separazione, nel caso in cui i coniugi non abbiano raggiunto un accordo sulle condizioni (mantenimento, affidamento dei figli, assegnazione casa coniugale, divisione di beni), quando uno dei due coniugi, ad esempio, intenda attribuire la colpa della separazione all’altro coniuge (separazione con pronuncia di addebito), o quando uno dei due coniugi non intenda separarsi.
Infatti, a prescindere dalla volontà di separarsi dell’altro, un coniuge può sempre chiedere al Tribunale di pronunciare la separazione personale quando la convivenza coniugale è divenuta intollerabile.
Alla prima udienza, infatti, il Presidente del Tribunale adotta i provvedimenti temporanei ed urgenti relativi all’affidamento e al mantenimento dei figli, all’assegnazione della casa coniugale, all’eventuale assegno di mantenimento a favore del coniuge debole.Si tratta di un provvedimento temporaneo, perché sarà sostituito dalla sentenza emessa all’esito dell’intero procedimento, ma esecutivo.
In qualsiasi momento del procedimento, prima che venga pronunciata la sentenza di separazione, questa potrà trasformarsi da giudiziale a consensuale se le parti dovessero trovare, nel frattempo, un accordo.
La separazione giudiziale si differenzia da quella consensuale anche in relazione alla durata del procedimento. Se per una separazione consensuale si parla generalmente di qualche mese (generalmente entro un paio di mesi dal deposito del ricorso congiunto si ottiene la fissazione dell’udienza presidenziale, dopo di che resterà da attendere solo qualche settimana per l’omologa dell’accordo), per arrivare alla fine di una separazione giudiziale ci vogliono almeno un paio d’anni di giudizio.